Grazie all’intuizione del fondatore, da più di settant’anni a Carbet (zona d’elezione per la coltivazione della canna da zucchero) la Bally produce i suoi splendidi rhum millesimati. I grandi rhum sono come i grandi vini; infatti la canna da zucchero ha caratteristiche diverse per ogni raccolto che necessitano distillazione ed invecchiamento peculiari.
La gamma attualmente in commercio vede i Rhum Blanc a 40° e 50°, ideali per la preparazione del T’Punch, il cocktail che racchiude tutti i profumi delle Antille; i Paille, cioè affinati 18 mesi in grandi botti e i millesimi di fine anni 90 e dei primi anni del millennio, oltre che le consuete piramidi 7 e 12 anni.

Una storia incredibile: nell’Ottobre del 2004, Luca Gargano visita Guyana e Trinidad per preparare una sessione fotografica sui rum Caraibi.
Arrivato in Southern Main Road una signora che gli racconta che lo zuccherificio con annessa distilleria di proprietà statale sono stati chiusi nel 2003. Scavalcando binari dismessi ed erba incolta, lo portano davanti ad un grande magazzino contenente centinaia di barili di rum di cui i più vecchi risalivano al 1974.
I rum sono eccellenti e quindi si decide di imbottigliarli utilizzando come etichetta le stesse fotografie scattate da Fredi Marcarini durante il viaggio. Nasce così il mitico “Rum Caroni”.

Dal 1887, la produzione di Rhum Clément è stata eseguita secondo le più antiche antiche tradizioni.
Homère Clément, medico e sindaco di Le François (Martinica), acquistò una prestigiosa piantagione di canna da zucchero di 43 ettari, la “Domaine de L’Acajou”, e aprì la strada al Rhum Agricole, uno stile contemporaneo di puro rum ricavato direttamente dal succo di canna da zucchero fresco invece che da melassa come nel rhum tradizionale.

La Guyana è uno degli ultimi paesi ancora incontaminati, ricoperto quasi integralmente dalla foresta vergine amazzonica.
Il paese è attraversato dal rio Demerara, sulle cui rive viene coltivata l’omonima varietà di canna da zucchero. Le melasse sono chiaramente di proprietà e vengono anche vendute in gran parte dei Caraibi.
Oggi alla Diamond, questo il nome proprio della distilleria, sono presenti 13 alambicchi, tra cui 3 doppie colonne coffey still ‘Tricanada’, 2 moderne colonne multiple di tecnologia indiana, 2 savalle still, 1 wooden double pot still (il celebre Port Mourant), 1 wooden single pot (Versailles), 1 colonna coffey in legno (Enmore), 1 alambicco di rame Wedderburn style, 1 alambicco di rame tradizionale, 1 small gin still batch.

A livello di autenticità, Flor de Caña è il massimo. È tra i pochissimi rum ai Caraibi che possono vantare la proprietà di tutte le fasi del processo produttivo: canna da zucchero e melassa di proprietà, fermentazione e distillazione propria, invecchiamento e imbottigliamento in loco. La proprietà di tutte le cinque fasi produttive significa autenticità a cinque stelle.
La famiglia Pellas, originaria di Genova, si è stabilita in Nicaragua alla fine del 1800 e ha creato l’azienda a Chichigalpa, a centoventi chilometri da Managua.
La forma dell’etichetta e il nuovo logo sono i due elementi visual più importanti e caratteristici. Nuovi anche i nomi della linea, Extra Seco, Añejo Clasico. Flor de Caña Centenario 12yo e 18yo, hanno tappo l’inedita denominazione Single Estate Rum.

Habitation Velier è un progetto nato dalla collaborazione di Luca Gargano con i migliori distillatori che utilizzano alambicchi pot still e che quindi producono Pure Single Rum, la categoria che raggruppa l’eccellenza del rum. Ogni espressione di Habitation Velier racchiude un progetto originale, con delle caratteristiche uniche, una “world premiere”, per ogni distilleria. I rum bianchi Pure Single Rum, ancora poco conosciuti, sono l’espressione più pura della canna da zucchero o dei suoi derivati (melassa) di cui esprimono pienamente la quintessenza. Ricchi di non alcool, a grado elevato, sono la nuova generazione per tutti i mixologist appassionati. I rum millesimati vengono invecchiati integralmente in clima tropicale, con una parte degli angeli superiore all’8% annuo, che permette un affinamento naturale

La storia moderna delle distillerie J.M. inizia nel 1914, quando Gustave Crassous de Médeuil acquista la distilleria dalla famiglia del fondatore, Jean-Marie Martin, dalle cui iniziali il nome della distilleria stessa. La distilleria J.M può essere considerata come la più piccola produttrice di Rhum Agricole dell’isola di Martinica e una delle poche che da sempre produce Rhum solo ed esclusivamente con il 100% di canna da zucchero coltivata in proprio.
Diffusi in tutto il mondo e soprattutto premiati puntualmente durante i più importanti concorsi di categoria, i Rhum targati “J.M.” sono davvero da includere tra i migliori Rum che al momento il mercato sia in grado di offrire, capaci di regalare a tutti gli amanti dei distillati sensazioni uniche e ineguagliabili.

Saint James è nato a Saint-Pierre in Martinica nel 1765, dalle mani del Reverendo Padre Edmund Lefebure, Superiore del Convento dei Fratelli della Carità e abile alchimista. Il sacerdote creò un distillato della canna da zucchero chiamato “Guildive” o “Tafia”. Un uomo di fede, ma anche con un buon senso degli affari, padre Lefebure ha iniziato a trasportare il rum nelle colonie britanniche geograficamente vicine nel Nord America. Il Rum è stato nominato Saint Jacques, in omaggio a Jacques Dyel che ha dedicato la sua vita allo sviluppo dell’Isola della Martinica, e divenne SAINT JAMES per ragioni commerciali al fine di essere più dall’inglese.

La distilleria White Oak, fondata nel 1888 da Eigashima Shuzo, ha prodotto sakè fino al 1984. È stata poi ampliata con l’aggiunta di alambicchi per la produzione di whisky. Gli alambicchi della distilleria funzionano solo per un mese all’anno quindi la quantità di whisky prodotto è sempre molto piccola.
L’Akashi è un blended whisky senza definizione d’età, creato con single malt provenienti dalla distilleria White Oak e per il mercato europeo la melassa è stata sostituita dal whisky di grano.
Al naso è dolce e speziato con note di agrumi, pepe, vaniglia e miele. Aromi potenti ed oleosi, dolci con note di legno e spezie

Per 20 anni William Grant ha coltivato un sogno: creare il miglior dram della valle. Nell’estate del 1886, con i suoi nove figli (7 maschi e 2 femmine) al suo fianco, iniziò a costruire a mano la sua distilleria, pietra dopo pietra. Dopo un solo anno di lavoro era pronta e William la chiamò Glenfiddich, la parola gaelica per “Valle dei cervi”.
La passione, la determinazione e lo spirito pionieristico di William continuano a guidarci oggi. È una delle poche distillerie di single malt a rimanere interamente di proprietà familiare ed è ora il Single Malt Scotch Whisky più premiato al mondo, un vero riflesso della natura innovativa del fondatore.

L’Highland Park, situata nelle isole Orcadi,  è la distilleria di whisky più a nord della Scozia e molto probabilmente una delle più a nord del pianeta. La sede è a Kirkwall, luogo ammantato di mistero. Si racconta che qui sin dal Settecento operasse Magnus Eunson, pastore protestante e distillatore illegale! Tutto andò per il meglio fino a quando la notizia delle sue attività giunse all’orecchio del fisco. Ma Magnus non era uno sprovveduto, nascose i barili di whisky in chiesa e quando i funzionari fecero irruzione non trovarono nulla!
Il nome ha origine dalla collina conosciuta come High Park a Kirkwall, dove nel 1797 fu fondata la distilleria. Nel 1895 James Grant, proprietario della Glen Grant, compra la Highland Park e ne amplia la distilleria raddoppiandone la sua capacità. Nel 1937 diventa di proprietà della Highland Distillers e successivamente nel 1999 tutto il gruppo viene acquisito dalla Edrington Group.
La Highland Park è forse la distilleria più tradizionale tra quelle scozzesi. Il malto, viene tuttora lavorato a mano e viene creata una miscela tra il malto delle Orcadi e quello della Scottish Borders creando il magnifico equilibrio. Anche la torba delle Orcadi è particolare, ci sono pochissimi alberi e l’isola è ricoperta da piante, questo conferisce al whisky una fragranza affumicata più floreale e dolce che altrove.

Masataka Taketsuru nasce nella città costiera di Takehara (ora città di Takehara) a circa 60 km dalla città di Hiroshima. La famiglia Taketsuru possedeva, fin dal 1733, una distilleria di sakè che continua ancora oggi a produrre sakè pregiato. Imparato presto che il fare sake è un’arte scrupolosa, Masataka ha studiato diligentemente all’università come chimico, preparandosi a portare avanti il commercio di famiglia. Tuttavia, lo scotch whiskey catturò l’immaginazione del giovane. Decise così di dedicare la sua vita al whisky.Nel 1918, Masataka Taketsuru intraprese un lungo viaggio in Scozia dove si iscrisse all’Università di Glasgow e divenne il primo giapponese a studiare l’arte del whisky. Così nel 1934 Masataka fondò la Nikka Whisky e costruì la sua prima distilleria a Yoichi, Hokkaido, che aveva sempre considerato il sito ideale in Giappone per la produzione del whisky, simile in molti modi alla città scozzese dove aveva studiato.
Masataka ha fondato Nikka perché era deciso a presentare i suoi compagni giapponesi alle gioie del whisky autentico. Nei decenni successivi, quando la sua azienda si sviluppò e il piacere del whisky divenne un appuntamento fisso in Giappone, rimase inesorabilmente appassionato di qualità.

Edmond de Ayala, fondatore della Maison nel 1860, si insediò ad Aÿ per imparare la vinificazione. La Maison divenne, fin da subito, un punto di riferimento sia in Francia che all’estero.
Gli anni ’20 furono un periodo d’oro durante i quali Champagne AYALA produsse oltre un milione di bottiglie ogni anno, classificandosi tra i migliori marchi di Champagne al momento. Champagne AYALA era anche fornitore ufficiale delle corti reali di Inghilterra e Spagna.
Nel 2005 la famiglia Bollinger acquistò la tenuta, con l’intenzione di restituirla al suo antico splendore. Questo fu l’inizio di una rinascita per Champagne AYALA, con il completo ripristino delle strutture di vinificazione e l’arrivo di nuovo personale.

Tutto ebbe inizio nel 1818 quando Nicolas François Billecart ed Elisabeth Salmon fondarono una Champagne House. Da allora, ogni membro della famiglia Billecart si è impegnato a perpetuare la tradizione di famiglia grazie al giuramento immutabile: “Dare priorità alla qualità, sforzarsi per l’eccellenza”.
Prova di questa eterna domanda: il giardino di famiglia presso la Tenuta BILLECART-SALMON, disegnato nel 1926 in stile francese sotto la guida di Charles Roland-Billecart. Dalla fondazione della casa di BILLECART-SALMON nel 1818 fino ad oggi, ogni generazione ha investito nella conservazione di questo giardino. Inoltre, la famiglia si è dedicata a modernizzare l’arte della loro produzione enologica con quasi due secoli di esperienza.

Louis Roederer, azienda ancora a carattere familiare, sorge su un vigneto raro, mirabilmente situato con una grande proporzione di viti classificate come Grand cru (il 70%). Malgrado il successo planetario dello Champagne Cristal, il suo prodotto di prestigio, la Maison Roederer ha sempre rinunciato a lanciarsi nella corsa alle quantità prodotte, preferendo restare padrone di un approvvigionamento che si appoggia quasi esclusivamente su un vigneto in proprietà (un’eccezione a questo livello!). Ne risultano degli Champagne caratterizzati dalla purezza e dalla costanza, dei vini che guadagnano enormemente in complessità con l’invecchiamento: non esitate a mettere in cantina qualsiasi annata, perché il tipo di territorio e la finezza delle vinificazioni si rivelano in modo spettacolare con il tempo ! Scopri lo Champagne Louis Roederer nelle versioni Brut Premier, Rosé e lo speciale cofanetto con due flute in omaggio. Puoi acquistare in tutta sicurezza perché Vinatis ti garantisce il prezzo più basso del web, e se trovi meno caro altrove ti rimborsiamo la differenza.

Bollinger è una delle più vecchie e importanti Maison di Champagne e vanta una tradizione di cinque secol. Bollinger, dopo aver sposato nel 1865 una De Villermont, fu il primo ad esportare, nel 1865, lo Champagne moderno in Inghilterra, così come lo intendiamo oggi. Nel giro di pochi anni il suo Champagne conquistò il principe di Galles e futuro Re Edoardo VII. Seguì l’esportazione negli Stati Uniti a partire dal 1870.
La direzione dell’azienda è passata di mano in pochissime occasione, sempre a causa del decesso del vecchio amministratore e sempre a favore di un membro della famiglia. Dopo Joseph Bollinger fu la volta di Jacques, il nipote, e, durante la seconda guerra mondiale, a sua moglie Lily, ormai rimasta vedova. La Tante Lily, come venne soprannominata, continuò a condurre con successo l’azienda fino alla sua morte, nel 1977. A sostituirla come presidente ancora un nipote, Christian Bizot, che ha dimostrato fino ad oggi di saper mantenere la grande tradizione della Maison Bollinger. Nel 1991, per mettere ordine nella gran confusione che la fama degli Champagnes aveva ormai raggiunto, Bizot pubblicò la Carta dell’etica e della qualità, autentica bibbia per i produttori di questo vino.

La prima distilleria Nonino fu fondata da Orazio Nonino a Ronchi di Percoto, in Friuli Venezia Giulia, nel 1897[1].
Nel 1973 Benito Nonino, discendente del fondatore insieme alla moglie Giannola, rivoluzionano il sistema di produrre la grappa in Italia e nel mondo. Creano la grappa di singolo vitigno, il Monovitigno® Nonino, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit. Nel 1976 viene creato il Premio Nonino, da assegnare annualmente al vignaiolo che abbia posto a dimora il miglior impianto di Ribolla, Schioppettino, Tazzelenghe e Pignolo, tutte varietà di vitigni autoctoni friulani in via d’estinzione. Nel 1984 Nonino compie un’altra svolta, distillando l’uva intera creando l’Acquavite d’Uva Ùe® Picolit. Nel 1989 la distilleria, per garantire ai consumatori dei prodotti di alta qualità, impianta in Buttrio, nel Friuli, 40 ettari di vigneto sperimentale con uve Picolit, Ribolla Gialla, Fragolino, Schioppettino e Sauvignon, che saranno utilizzate per produrre Grappa e Acquavite d’Uva ÙE®.
Il 2 giugno 1998 Giannola Bulfoni Nonino, alla guida dell’azienda, viene nominata dal Presidente della Repubblica Cavaliere del Lavoro con la seguente motivazione: “per essersi dedicata fin da giovanissima alla distillazione e alla valorizzazione della Grappa, avvicinando al prodotto il consumatore più esigente e sofisticato, per aver introdotto novità nella produzione creando l’Acquavite d’Uva, per aver avviato con il marito, Benito Nonino, la costruzione di una nuova distilleria, tecnologicamente avanzata ma nel rispetto della tradizione e dell’ambiente, per aver creato nel 1976 il Premio Nonino con il preciso scopo di difendere i valori della civiltà contadina.”

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